Agli inizi del Novecento San Domenico era poco più che un alpeggio di transito che contava solo poche baite ed una cappella costruita sulle rovine di un precedente oratorio travolto da una valanga.
Nel 1905 Maggiorino Cuccini, di antica famiglia varzese, acquistò una casera con fienile e ne fece un’osteria, corredandola di una tettoia per il riparo dei muli che trasportavano le merci da Varzo all’Alpe Veglia.
Nel 1927 ingrandì la costruzione, trasformandola in alberghetto. I turisti frequentavano volentieri quel luogo tranquillo e l’aumento dell’attività e l’aiuto dei figli portò alla costruzione, nel 1935, di un posto di ristoro più grande e, per quei tempi, confortevole. Il primo alberghetto diventò una dipendenza che, nel periodo 1939-43, fu requisita per diventare una caserma, prima della Milizia e poi della Finanza.
Dopo la morte di Maggiorino, nel 1944, e la fine della guerra, furono i fratelli Francesco ed Aldo a gestire l’attività. I trasporti avvenivano sempre con i muli – solo dopo il 1948 le prime jeep osarono affrontare la salita della mulattiera con i suoi ripidi tornanti – ma il piccolo albergo era ben organizzato con le provviste e il bestiame locale forniva latticini e carne di qualità. La buona cucina era certo l’attrattiva maggiore, ma anche l’ambiente che Cecchino (così era chiamato Francesco, rimasto il solo gestore dopo il 1958) aveva saputo creare, rese San Domenico il luogo dove generazioni di famiglie trascorrevano le loro lunghe vacanze, creando per decenni legami quasi famigliari.
Nel 1963 Cecchino diede inizio alla costruzione di un nuovo albergo (a pochi metri dai primi due), anticipando la strada carrozzabile, che avrebbe raggiunto la stazione solo nel 1967.
La costruzione dei primi impianti di risalita diede inizio anche all’attività invernale. Coadiuvato dalla famiglia, Cecchino lavorò nel suo albergo praticamente fino alla sua morte, avvenuta nel 2005, restando un personaggio “storico” e indimenticabile per i suoi clienti.
via Alpe Veglia
Fraz. San Domenico
28868 Varzo (VB)